L’effetto Dunning-Kruger nell’epoca di Google e Facebook

Perché siamo tutti un po’ mamme Pancine, no-vax, giudici di MasterChef, opinionisti, psicologi, nutrizionisti, infermieri, proctologi, avvocati, ingegneri, etc…?
E a chi di noi non è capitato di imbattersi in conversazioni surreali, sia nella vita di tutti i giorni che su Facebook?
L’effetto Dunning-Kruger è un bias cognitivo, cioè una distorsione del pensiero che permette di sovrastimare le proprie conoscenze-capacità-competenze su un determinato ambito, nonché l’assenza di consapevolezza di essere vittima di tale fenomeno. Sovrastima e consapevolezza sono inversamente proporzionali: maggiore è la prima e minore è la seconda.
Ad esempio: se io sono convinto di parlare un italiano corretto e di avere buone conoscenze grammaticali, riuscirò ad intercettare gli eventuali errori solo se davvero ne sono capace, altrimenti, se non sono poi così dotto in materia e se i miei stessi parametri di valutazione sono compromessi (scarsa metacognizione), gli errori passeranno in sordina. Non me ne renderò conto.
Le persone “affette” tendono, inoltre, a discettare con sicumera, arroganza e presunzione, prendendo in esame un pugno di variabili elette a verità assolute. Spesso risultano sgradevoli e hanno modalità comunicative discutibili. Il loro pensiero appare rigido, inflessibile, blindato.
Danno la sensazione di non ascoltare l’interlocutore, quasi come se stessero recitando un monologo, che per definizione è sganciato dall’interazione bidirezionale. Il linguaggio utilizzato, talvolta, è anche rimpolpato di terminologia specifica e specialistica, ma usata impropriamente, tanto per sembrare esperti.
Ma l’effetto Dunning-kruger ha anche un’altra faccia della medaglia: chi realmente conosce ed è competente si sottovaluta. Sembra un paradosso, ma se ci pensiamo ha perfettamente senso, poiché chi è in grado di funzionare in modo complesso tende a prendere in esame una moltitudine di fattori; sa bene che i fenomeni non sono analizzabili solo da singole prospettive, e che è buona norma rigettare dogmi (più ne so e meno penso di sapere).
E dunque, chi sa ed è capace ha la tendenza a porsi numerose e complesse domande, anziché elargire risposte facili ed immediate.
L’effetto D-K ha due meravigliosi e potenti alleati: Google e Facebook
Nell’era di Google e Facebook (e dei social in generale) la distorsione cognitiva ha avuto una manifestazione esponenziale come mai nella storia dell’uomo, dal momento che vigono la fiera delle informazioni nozionistiche trovate sul web 5 minuti prima di “fare la guerra per dimostrarsi esperti in…” e il culto del “devo dire la mia a tutti i costi, su tutto” (Eco docet).
È da precisare che informazione e conoscenza sono diverse: la prima è un mero dato, la seconda implica connessioni, confronti, complessità.
L’effetto Dunning-Kruger può essere ancora più devastante perché si interseca abbondantemente con il fenomeno dell’analfabetismo funzionale, vale a dire quel particolare modo di approcciarsi alla conoscenza di qualsivoglia fenomeno solo prendendo in esame la personale e diretta esperienza, senza ampliare il focus, né verificare le fonti.
Perché mai dovremmo dare ascolto a qualcuno che esordisce con la premessa “Non sono un medico, però…”? Eppure è quello che i cosiddetti “No-vax” assumono come corollario.
Così facendo si passa da una posizione figlia di errate convinzioni ad una serie di scelte che mettono a rischio i più deboli: i bambini. E questo è solo un esempio banale di come il nostro giudizio (o in questo caso, il pregiudizio) possa realmente avere conseguenze tangibili e pericolose.
D’altronde, se hanno letto sulla pagina/gruppo Facebook che i vaccini fanno male e che è tutto un complotto delle case farmaceutiche per avere più bambini con autismo, e la stessa tesi è supportata dai siti paperella.it e vaccinomonellino.com, come dar loro torto?!
E se il Dunning-Kruger effect venisse sapientemente strumentalizzato per fini politici? Chissà!
Una persona che si sopravvaluta non è in grado di riconoscere i propri limiti, così come una persona intelligente è consapevole delle barriere della propria conoscenza.

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